Interruzione di gravidanza: cos’è esattamente un aborto?

L’aborto è una procedura eseguita per interrompere una gravidanza. ^[1] È un tema capace di polarizzare le opinioni politiche, dunque non se ne parla spesso né tantomeno con leggerezza, ma perché accettare questo stato di cose? Si stima che, nel mondo, una gravidanza su 4 termini con un aborto. ^[2] 

Prendere una decisione del genere è estremamente complesso, perché a determinarla possono intervenire svariati fattori. Ad esempio, non essere pronti ad avere un figlio, attraversare un periodo di instabilità economica, avere complicanze mediche... la lista è infinita. Le persone devono sentirsi libere di fare la scelta più vicina alle proprie esigenze. Per questo è indispensabile dimostrare loro compassione e comprensione, che decidano di abortire o meno. 

Se hai scelto di interrompere la gravidanza o ci stai pensando, continua a leggere: ti spiegheremo come funziona l’aborto e cosa succede dopo.

In base all’avanzamento della gravidanza, si può scegliere tra due tipi di aborto. Oltre alla preferenza personale, di solito si tiene in considerazione anche il parere del medico.

Aborto chirurgico

L’aborto chirurgico consiste in una piccola operazione con cui si rimuove il tessuto della gravidanza dall’utero. Lo si può praticare entro le prime 24 settimane (anche se il termine può variare in base ai paesi o agli ospedali)

in due modi diversi. Il primo, detto aspirazione manuale del vuoto, può avvenire entro le prime 14 settimane della gravidanza, in anestesia locale o generale. In questo caso, il contenuto dell’utero viene delicatamente aspirato con un tubo. 

Il secondo, invece, è il metodo della dilatazione ed evacuazione. Può essere eseguito entro le prime 24 settimane e consiste nell’inserire un forcipe nella cervice e nell’utero per rimuovere il tessuto gravidico. Per questo metodo è necessaria la sedazione o l’anestesia generale. ^[3]

Aborto farmacologico (pillola abortiva)

L’aborto farmacologico, o della “pillola abortiva”, si esegue in genere entro le prime 10 settimane assumendo due diversi tipi di pillole. Il primo è il mifepristone, che blocca il progesterone causando l’eliminazione della mucosa uterina. In questo modo si evita che l’embrione resti impiantato e continui a crescere. Il secondo è il misoprostolo, da prendere in genere 24-48 ore dopo il mifepristone. Lo si può assumere per via orale o inserirlo direttamente nella vagina. Il suo compito è stimolare la contrazione dell’utero, facendo fuoriuscire l’embrione dalla vagina sotto forma di sangue e tessuto. ^[4]

Qualsiasi tipo di aborto tu scelga, è importante concederti qualche giorno per metabolizzare gli eventi e riposarti, prima di tornare alla solita vita. È normale sentirti un po’ stanca, fisicamente ed emotivamente. Ritagliare un po’ di tempo per te, anche solo per stare di più a letto o fare un lungo bagno, dovrebbe aiutarti a stemperare la tensione. Se non riesci a elaborare l’esperienza che hai vissuto, ti suggeriamo di parlarne con qualcuno, che sia un’amica, un terapista o, perché no, anche un gruppo di supporto. L’interruzione di gravidanza è una procedura complessa per molte persone, quindi cerca di essere premurosa con te stessa e di affrontare le tue emozioni con gentilezza. 

Da un punto di vista fisico, potresti avvertire sanguinamento e crampi fino a 3 settimane dopo l’aborto, anche se l’intensità delle perdite e dei fastidi dovrebbe ridursi col passare dei giorni. Gli esperti raccomandano inoltre di non inserire nulla nella vagina per 3 settimane, così da evitare possibili infezioni. Se usi i tamponi, quindi, sarebbe meglio sostituirli con gli assorbenti esterni. 

Se dopo un lungo periodo continui a sentire forte dolore o ad avere perdite abbondanti, dovresti rivolgerti a un medico perché valuti la tua situazione.

Abortire non significa rinunciare per sempre all’idea di avere figli, perché nel tempo le circostanze possono cambiare e offrire nuove possibilità di diventare genitori. Inoltre, interrompere una gravidanza non riduce le possibilità di rimanere incinta in futuro.

Se l’aborto è praticato in sicurezza e con il giusto controllo medico, infatti, non ci sono ripercussioni sulla fertilità della donna. Le eccezioni sono sporadiche e riguardano i casi in cui sorgono complicanze che, a loro volta, portano a infezioni dell’utero non curate. Resta comunque un’ipotesi estremamente rara se ci si affida a strutture ospedaliere sicure e autorizzate. Inoltre, se pensi che dopo l’aborto ci sia qualcosa che non va, dovresti subito consultare uno specialista: è il modo migliore per gestire tempestivamente eventuali complicanze. 

L’aborto sarà pure un argomento delicato e controverso, ma non parlarne servirà solo a perpetuare il tabù e a impedire che le persone chiedano l’aiuto di cui hanno bisogno. Quindi, sì, non c’è nulla di giusto o sbagliato quando si parla di interruzioni di gravidanza, ma discuterne apertamente serve a fare in modo che ogni persona possa prendere decisioni consapevoli e adatte a sé. 

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Le informazioni mediche riportate in questo articolo sono offerte a scopo puramente informativo e non devono essere utilizzate per effettuare diagnosi o trattamenti. Per avere indicazioni su una condizione patologica specifica, chiedi consiglio a un medico.

[Fonti] 

^[1] https://www.nhs.uk/conditions/abortion/

^[2] Sedgh G, Bearak J, Singh S, Bankole A, Popinchalk A, Ganatra B, Rossier C, Gerdts C, Tunçalp Ö, Johnson Jr BR, Johnston HB. Abortion incidence between 1990 and 2014: global, regional, and subregional levels and trends. The Lancet. 2016 Jul 16;388(10041):258-67. 

^[3] https://www.bpas.org/abortion-care/abortion-treatments/surgical-abortion/ 

^[4] https://www.mayoclinic.org/tests-procedures/medical-abortion/about/pac-20394687